La vertigine del vuoto
di Angela Faravelli
Il lavoro di Riccardo De Marchi prende avvio all’inizio degli anni Ottanta; in un contesto in cui l’affermazione della Transavanguardia era sempre più in crescita, l’artista ricerca la sua poetica in un ritorno al “grado zero” della pittura, agendo sulla materia tramite la sottrazione, generando segni e tracce simili a costellazioni. Infatti le opere di De Marchi racchiudono mondi all’interno di altri mondi, proprio come l’Universo: praticando dei fori sulla superficie trasparente, specchiante o opaca – a seconda del materiale scelto di volta in volta tra plexiglass, acciaio e polietilene) – ottiene un’eco che si ripercuote sulla profondità dell’opera stessa, espandendone fisicamente e concettualmente il volume… CONTINUA SU GlamourAffair Vision
Foto di copertina: Letter to Jackson Pollock, 2011 aluminium, painting and holes, 600 x150 cm. Ph. Claudio Marcon, Udine
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