Arte e stile sublime racchiusi in 212 scarpe da sogno.

Manolo Blahnìk. Un visionario, un artista, un creativo eccezionale, ma soprattutto un sognatore. E nei suoi quarantasei anni di intensa attività, Manolo di sogni ne ha resi reali moltissimi, sotto forma di uno degli oggetti più amati dalle donne di tutto il Mondo: le scarpe.
Fino al 9 aprile sarà possibile ammirare le creazioni del designer presso le meravigliose sale di Palazzo Morando – Costume Moda Immagine a Milano. Ben 212 tra stiletto e flat shoes, accompagnate da 80 bozzetti disegnati da Blahnìk, sono ospitati nell’exhibition: “Manolo Blahnìk. The art of shoes”. Una mostra da capogiro, aperta al pubblico dal 26 gennaio, per la quale l’artista della calzatura ha selezionato i modelli più iconici, più preziosi, più architettonici, ma soprattutto più onirici.

E pensare che per Manolo era stato disegnato ben altro futuro professionale. Blahnìk, nato a Santa Cruz de la Palma nelle isole Canarie da padre ceco e madre spagnola, era stato indirizzato dalla sua famiglia verso studi di Diritto Internazionale, per intraprendere successivamente la carriera da diplomatico. Ma come detto in precedenza, Blahnìk è sempre stato un sognatore e non riusciva a vestire i panni troppo stretti di una professione che non sentiva sua. Lasciato il Diritto per l’Arte, Manolo frequenta l’Ecole des Beaux-Art di Parigi. Ma è New York a cambiargli la vita: l’amica Paloma Picasso gli organizza un incontro con Diana Vreeland, la direttrice di Vogue che ha mutato il volto della moda con il suo talento innato nello scoprire stilisti che oggi sono diventati icone del fashion system. La Vreeland suggerisce a Manolo di dedicarsi a disegnare scarpe monumentali: tutto il resto è storia.
La vita professionale di Blahnik, inoltre, ha delle radici profondissime in Italia, precisamente in Lombardia, a Milano.
Ringrazio molto Milano, è stata casa mia per quarantatré anni e ha visto nascere tante delle mie creazioni. Una metropoli che mi ha ispirato e mi ispira sempre con i suoi scorci, gli edifici nascosti e gli appartamenti storici, vere e proprie gemme in uno scenario urbano sempre più moderno e futuristico. Dedico questa mostra a Franca Sozzani, mia cara amica, scomparsa di recente, ha lasciato un vuoto immenso. Le donne milanesi come lei mi rendono davvero orgoglioso di lavorare qui. Milano mi è cara non solo professionalmente ma anche emotivamente: con Anna Piaggi, una sorella per me, abbiamo passato interi pomeriggi a pranzo in terrazza o a passeggiare parlando di arte, di moda, di tutto. Mi manca immensamente, una persona di un’intelligenza superiore. Senza di lei Milano non è più la stessa per me, ma resterà sempre la città che mi ha fatto sognare e permesso di realizzare questi sogni”, dice commosso Manolo Blahnìk durante la conferenza stampa a Palazzo Morando.

L’ehibition, a cura di Cristina Carrillo de Albornoz, promossa da Comune di Milano – Cultura, Direzione Musei Storici, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con Manolo Blahník, è divisa in sei sezioni.
La prima sezione, la più vasta, è intitolata Core e vi sono esposte le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita di Blahník: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, iconica giornalista di moda, autrice della rubrica “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi” su Vogue Italia. La seconda, Materiali, comprende una selezione di scarpe che illustrano l’attenzione per il dettaglio elaborato negli anni dal designer e la ricchezza di materiali e colori usati con maestria. La terza sezione esamina la passione di Blahnìk per l’arte e l’architettura, il modo in cui queste ispirano le sue “costruzioni”. La quarta sezione, Gala, espone una selezione delle scarpe più fantasiose dello stilista, evidenziandone l’ ironia e creatività. Nelle sale dedicate sono presenti le scarpe che Manolo ha realizzato per il film “Marie Antoinette” di Sofia Coppola. .La quinta sezione è dedicata alla natura, al profondo amore del designer per il mondo botanico, evidente fin dalla prima collezione. Infine, nell’ultima sezione sono esaminate le varie influenze geografiche e ambientali con i modelli ispirati a Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.
Particolarità della mostra è l’inserimento di una scarpa storica in ogni nucleo creativo di Blahnìk. Le calzature provengono dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionate da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto. Non si tratta di un confronto ma di un controcanto dove i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l’evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.
Un vero e proprio viaggio onirico all’interno di un mondo, quello di Manolo Blahnìk, i sogni diventano davvero realtà. Per le fashioniste e non solo.
Per tutte le informazioni relative a orari e prezzi del ticket di ingresso è possibile visitare il sito: http://www.costumemodaimmagine.mi.it/

Anteprima mostra
Credit: Rossella Romano

Anteprima mostra
Credit: Rossella Romano



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“Senza la musica la vita sarebbe un errore”. Lo diceva Nietzsche ma si adatta perfettamente alla mia anima. La mia esistenza senza le sette note, che ho tatuato addosso in modo indelebile, non avrebbe senso: un amore viscerale (e anche molto carnale). Scrivo da quando ero adolescente. Il giornalismo e la musica sono due passioni che hanno sempre viaggiato di pari passo, insieme alla moda. Dopo aver lavorato nel Fashion System per qualche anno, decido che le sette note sarebbero state il fulcro attorno al quale avrebbe gravitato tutto. Nel 2009 il grande salto: la musica diventa la mia professione a tutti gli effetti e scrivo per Rockol per 5 anni come redattrice interna. Nel 2014 arriva la bellissima collaborazione con Rolling Stone Italia, che prosegue ancora oggi, e nel 2016 ritorno di fiamma con Jaymag, testata musicale. Ma non è tutto. Ho anche un blog: My Rebel Stilettos, nel quale parlo di lifestyle e delle mie passioni. Mi definiscono come una “Punk con i tacchi a spillo” e mai definizione fu più adatta.

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