10 giorni fa, il 10 marzo 2018, si è spento a 91 anni, nel suo castello vicino a Parigi, Hubert de Givenchy.
Anche per i più agnostici in campo fashion, il nome “Givenchy” non è certo nuovo e solo pronunciandolo non è difficile immaginare una persona elegante, raffinata e chic, come lo erano del resto i suoi abiti.
Impossibile invece per gli amanti della moda non associare a Givenchy il little black dress, abito intramontabile, un evergreen indossato da Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany e diventato poi un must have per tutti i guardaroba femminili del mondo.

Hubert de Givenchy: Audrey e le altre

Il sodalizio tra Hubert de Givenchy e Audrey Hepburn nacque per caso. Tra i suoi appuntamenti in agenda un giorno trovò la nota “Miss Hepburn”, lui credeva fosse Katherine Hepburne della quale era grande fan. Infatti Audrey non era così famosa all’epoca (1953). Monsieur Givenchy stava preparando la collezione che la Hepburn avrebbe indossato nel film Sabrina: i modelli non erano ancora tutti pronti, ma da quel momento lui non l’abbandonò più, quei vestiti sembravano fatti su misura per lei.
Ma se Audrey Hepburn fu la sua musa ispiratrice, le donne che lui amò vestire furono tante, tra le più famose ed eleganti di quel periodo: Jackie Kennedy, Jerry Hall, Grace Kelly, Carolina di Monaco, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Elizabeth Taylor e persino Brigitte Bardot.
La moda fu il suo unico grande amore, un amore non condiviso dal resto della famiglia.

La formazione e la carriera

Dopo il diploma all’École Nationale Superieure des Art de Paris, mostrò grande tenacia per il lavoro di couturier, che lo portò scuola dopo scuola a fare apprendistato negli atelier più prestigiosi dell’epoca: Jacques Fath a Piguet, Luciene Lelong, Elsa Schiaparelli. A soli 27 anni aprì la sua Maison.
Dedicò la sua prima collezione (1952) alla modella più richiesta di quel periodo, Bettina Graziani; capo di punta della collezione era la “Bettina blouse“, un capo moderno ancora oggi: una camicia con le maniche a balze rifinite in pizzo inglese.
Givenchy rimase a capo della sua maison fino al 1988, anno in cui decise di vendere al gruppo LVMH, rimadendone direttore creativo per altri 7 anni, fino al 1995.
A lui seguirono diversi direttori creativi, tra cui John Galliano, Alexander McQueen, Julian McDonald e Riccardo Tisci, che riportò la casa di moda agli antichi splendori. Da due anni il nuovo direttore creativo di casa Givenchy è Claire Waight Keller.



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About Author

Classe 1984, calabrese di origine, ma brianzola di adozione. Segni particolari? Sono dei gemelli e questo basta e avanza! Odio: annoiarmi, le persone negative, la tristezza e la cattiveria gratuita. Amo: il mare, il sushi, la pizza, il tiramisù e in generale il buon cibo... e, ahimè, si vede! Amo leggere storie romantiche che mi fanno sognare ad occhi aperti, ballare, cucinare e gli animali, in modo particolari i cani. Sono un’eterna e inguaribile romantica, ho un animo rock, ma impazzisco per il tulle, le gonne midi, soprattutto se sono vaporose e i tacchi alti, anche se per comodità indosso spesso le sneakers. Parlo tanto, anzi tantissimo... parlo anche con i muri. Ah, di conseguenza scrivo anche tanto. Mi sono laureata in Comunicazione di Massa Pubblica e Istituzionale nel 2011; la mia passione per la moda mi ha portato ad aprire un blog nel 2013: The Shade of Fashion, il mio angolo personale sul web. Piena di energia, per me le cose sono o bianche o nere, le mezze misure il più delle volte non esistono. Io sono così, o mi si ama o mi si odia! Il dilemma è: "mi amerete o odierete?".

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