La moda italiana perde una firma storica, personalità unica della moda e dell’arte.

Carla Fendi, malata da tempo, si è spenta a Roma lunedì 19 giugno 2017 a 80 anniPresidente Onorario della storica Maison romana delle “Due Effe” fondata nel 1925 dai genitori Adele Casagrande ed Eodardo Fendi, era la quarta delle cinque sorelle Fendi. Era un’appassionata di arte e, insieme al marito Candido Speroni scomparso nel 2013, ha creato nel 2007 la Fondazione Carla Fendi, realtà impegnata nel mecenatismo per finanziare progetti nel campo della cultura, dell’artigianato, della letteratura, della musica e dello spettacolo. Alla guida del gruppo, dagli anni ’60 in poi Carla Fendi ha lanciato il marchio sul mercato americano e mondiale, lavorando al fianco dell’eccentrico stilista Karl Lagerfeld e occupandosi, parallelamente al settore creativo, della comunicazione e dell’immagine dell’azienda.

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Le cinque sorelle Fendi. Carla Fendi la quarta da sinistra.

Negli anni ’80, Carla Fendi matura una grande attenzione per Spoleto e il suo “Festival dei due mondi” fondato del maestro compositore Gian Carlo Menotti. Mentre il Festival diventava uno degli eventi più importanti della cultura italiana, Carla Fendi, nel suo ruolo di responsabile della comunicazione, sceglie di legare il marchio Fendi alla manifestazione della quale sarà mecenate e Presidente fino alla morte. Fra i vari progetti che la Fondazione Carla Fendi ha sostenuto nella città umbra, troviamo anche il restauro del Teatro Caio Melisso nel 2010. Così ricorda la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini: “La morte di Carla Fendi ci addolora tutti. Con lei scompare una straordinaria interprete della moda italiana, ma anche un’amica sincera dell’Umbria, della città di Spoleto e del suo festival che ha amato tantissimo”.

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Serata del Festival Dei 2 Mondi in Piazza Duomo a Spoleto.

Anche se nel 2000 l’Azienda è stata acquistata dal gruppo internazionale LVMH, di cui fanno parte anche Louis Vuitton, Dior, Emilio Pucci, Céline, Givenchy, Marc Jacobs, Kenzo e Loro Piana, la famiglia Fendi conserva ancora una quota di minoranza. Nonostante ciò Fendi vuole ostentare la propria italianità e sensibilità all’arte soprattutto nel suo nuovo Quartier Generale all’EUR che occupa dal 2013: il Palazzo della Civiltà Italiana. Dopo decenni di abbandono, Fendi lo recupera e lo sceglie come unica sede romana, come spiega Pietro Beccari, Presidente e Amministratore Delegato della Maison, «questo strepitoso edificio atemporale e metafisico rappresenta Fendi perché è il nuovo eretto per celebrare l’eccellenza italiana, richiama le nostre radici romane e il dialogo perpetuo tra tradizione e modernità.

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Quartier Generale Fendi all’EUR di Roma presso il Palazzo della Civiltà Italiana.

Nonostante Carla Fendi fosse malata da qualche anno, la sua tenacia, la sua perseveranza, il suo attaccamento al lavoro non era mai venuti meno. Ora stava lavorando ad uno spettacolo sulla Genesi e l’Apocalisse, un’installazione di Peter Greenaway e Sandro Chia con la regia di Quirino Conti che debutterà il 2 luglio al Festival di Spoleto. Per affermare, se fosse ancora necessario, la propria sensibilità verso la cultura, la storia e la bellezza, nel 2016 Fendi ha finanziato il restauro della Fontana di Trevi di Roma, scenografia nella quale ha organizzato la maestosa sfilata di celebrazione dei 90 anni dalla fondazione della Maison romana. Suo padre lo aveva predetto: il marchio Fendi diventerà famoso, perché il cognome è breve, unico, ed è musicale in tutte le lingue del mondo. Evidentemente aveva ragione.

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Sfilata Fendi presso la Fontana di Trevi, 2016.



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About Author

Conosciuto come Gillo, nasce in Brianza nel 1988 ed è co-fondatore di Glamour Affair. Ha molte passioni, ma quella innata per la progettazione lo ha portato a conseguire nel 2014, presso il Politecnico di Milano, la Laurea Magistrale in Architettura delle Costruzioni con il massimo dei voti. Iscritto all'Ordine degli Architetti dal 2016, lavora oggi nella comunicazione e nella fotografia con la Società Quadrifolium Group S.r.l. che ha fondato con il fratello Stefano. Il mondo della creatività lo ha aiutato ad essere un gran osservatore ed a sviluppare un attento occhio critico. Un carattere risoluto lo porta spesso ad odiare le mezze misure, ma ciò non gli impedisce di essere sempre disponibile verso tutti ed ascoltare le persone che lo circondano. Si ritiene tradizionalista (alcuni, per disprezzo, direbbero conservatore), ma senza timore nel progresso, credendo che solo l’impegno e la costanza possano portare al raggiungimento dei propri obiettivi. Cerca sempre di dare molto valore al tempo perché, essendo uguale per tutti, è per natura il più grande strumento di democrazia.

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